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Centrale a cippato, Baccini al “Comitato Aria”: “Portate proposte innovative”

Il sindaco di Bagno di Romagna, Marco Baccini, in attesa di un incontro fissato per lunedì, ha inviato una lettera al “Comitato Aria”, che si sta costituendo con lo scopo di monitorare il funzionamento della nuova caldaia a cippato. “Mi preme sollecitarvi positivamente e sin da subito a non limitare l’azione ad un mero monitoraggio e/o a richieste formali limitate alla Centrale a Cippato, ma ad implementare l’oggetto della vostra azione ad iniziative di ricerca e studio che tengano conto delle diverse qualità presenti nel nostro territorio comunale, potando avanti così anche proposte innovative e virtuose, da discutere insieme verificandone la fattibilità, con lo scopo di tutelare e innalzare sempre di più la qualità dell’aria e delle risorse ambientali del nostro Comune”, esordisce il primo cittadino.

Baccini ribadisce di essersi “immediatamente attivato in prima persona per sondare la possibilità di una revisione progettuale dell’impianto, consistente nello spostamento dei due camini della Caldaia, e, in caso negativo, di verificare la schermatura degli stessi. A seguito delle richieste e degli approfondimenti richiesti da parte mia a Soggetell ed allo studio di progettazione dell’impianto, lo Studio Ti di Rimini, è emerso che lo spostamento dei due camini tuttavia non è tecnicamente possibile. Con nota scritta a me indirizzata, lo Studio Ti di Rimini mi ha comunicato che la posizione delle canne fumarie è dettata da esigenze tecniche relative al tiraggio/perdite di carico dei fumi e, pertanto, non è possibile determinare uno spostamento delle medesime se non in maniera insignificante a livello estetico e di collocazione”.

Prosegue il sindaco: “A fronte di tale impossibilità progettuale e tecnica, ho promosso allora un approfondimento tra i progettisti, Soggetell ed i tecnici comunali, al fine di verificare ogni possibilità di schermare quanto più possibile i due camini, quantomeno per ridurne l’impatto visivo. Dagli approfondimenti effettuati sono emerse due ipotesi possibili, praticabili a condizione di un impegno economico da condividere con Soggetel, ovvero trattare la parte in vista dei camini, attualmente prevista in acciaio inox, con il colore di gradimento dell’Amministrazione, ciò nell’ottica di mimetizzare i corpi con la struttura dell’immobile al quale sono ancorati; oppure rivestire i camini con un carter di contenimento, dotato di idonee aperture di ispezione e prelievo campioni”.

Chiarisce il primo cittadino: “In riferimento a quest’ultima ipotesi, tuttavia, rilevo le perplessità dei tecnici dello studio di progettazione così come dei tecnici comunali e dell’Amministrazione sul rischio che un carter di contenimento, ancorché compatibile con la struttura muraria dell’edificio della Palestra comunale, finisca per avere un impatto visivo superiore rispetto alla soluzione proposta in fase di gara. Tale soluzione, inoltre, necessiterebbe del parere della Soprintendenza, che invece si è già espressa favorevolmente alla soluzione progettuale dei due camini liberi da ingombri esterni ed estetici. Certamente, potremo discutere insieme le due alternative per i necessari approfondimenti, in relazione ai quali mi rendo disponibile anche a convocare un tavolo di approfondimento con tutte le parti coinvolte e da coinvolgere, al fine di addivenire ad una soluzione il più condivisa possibile nei tempi compatibili con attivazione dell’impianto”.

“Oltre a tali richieste, sempre in relazione alla visibilità dei camini e del sito, seppur interamente interrato con fuoriuscita da terra dei soli due camini per un altezza di poco superiore all’edificio della Palestra, ho comunque richiesto e ricevuto la disponibilità di Soggetel a schermare l’area (lato strada provinciale) con la piantumazione – lungo tutto il perimetro della stessa – di alberature, ciò che a mio avviso permette di raggiungere anche l’obiettivo di limitare la visibilità dei camini stessi, se oltretutto mimetizzati con l’edificio retrostante – aggiunge -. In riferimento alla realizzazione della Caldaia a Cippato, mi corre tuttavia l’obbligo di rammentare che il progetto esecutivo e la realizzazione dell’impianto così come progettato sono conformi alle regole urbanistiche vigenti e sono stati approvati con la condivisione di tutti gli enti pubblici competenti (Provincia, Ausl, Arpa, Vigili Del Fuoco, Sovrintendenza, Sovrintendenza Archeologia, Unione Valle Savio, Servizio Tecnico Di Bacino, Inail). Sul tema dell’impatto ambientale e della qualità dei luoghi e dell’aria, vi rammento inoltre che in qualità di amministrazione comunale appena eletta abbiamo avviato nel luglio 2014 un percorso di approfondimento sugli aspetti tecnici del progetto. Alle valutazioni del Settore Lavori Pubblici del Comune ha fatto seguito poi l’attivazione di una specifica Commissione Consiliare, incentrata prevalentemente il tema delle emissioni in aria”.

“Dagli approfondimenti tecnici è emerso che la nuova Centrale a Cippato risulta non solo pienamente conforme ai limiti imposti dalla Legislazione vigente, ma ben al di sotto dei limiti previsti, con un impatto addirittura minore a quello di un normale condominio civile – continua -.Ogni sei mesi saranno effettuate poi le prove di combustione con analisi qualitativa dei fumi e che il Comune può disporre a sua discrezione ed in ogni momento ulteriori controlli e verifiche. Nella stessa convenzione è inoltre previsto la possibilità per il Comune, qualora si ravvisassero situazioni di inquinamento tali da intervenire, di emanare un’ordinanza sindacale a tutela della qualità dell’aria a mezzo della quale ordinare il passaggio di alimentazione dell’impianto di teleriscaldamento mediante geotermia o le centrali a gas naturale. Infine, sin dallo scorso mese di dicembre l’Amministrazione ha intrapreso insieme ad Arpa una campagna di monitoraggio costante dell’aria, ciò che ci permetterà di verificare il reale impatto della messa in funzione della nuova Caldaia a Cippato e, pertanto, di verificare la rispondenza delle emissioni dell’impianto con quanto previsto e dichiarato in fase progettuale”.

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Stufe a pellet: la tecnologia ecologica che pensa al risparmio

Con un risparmio del 30% sulla bolletta, una migliore qualità della vita e dell’ambiente, la richiesta di stufe a pellet nel 2025 crescerà vertiginosamente. Si stima che nel 2025 la richiesta di stufe a pellet crescerà vertiginosamente e che il consumo di pellet supererà i 50 milioni di tonnellate: raddoppierà, quindi, rispetto ad oggi.

Un risparmio del 30%. Lo scorso mese, i consigli di Legambiente in merito alla questione del riscaldamento ecosostenibile sono stati chiari: ridurre gli sprechi pensando alla tecnologia ecologica in grado di sfruttare fonti di riscaldamento rinnovabili anziché fossili.

Lo stesso Pio Acito, attivista storico e vice-presidente regionale (Basilicata) di Legambiente ha definito le stufe a pellet tra quelle più ecologiche e rispettose dell’ambiente perché meno inquinanti ed in quanto escludono il rischio di deforestazione, visto che bruciano scarti di legno.

Insomma, meno danni alla Terra (bruciano legno naturale senza ricorrere a solventi, additivi fossili o chimici) con tanto di risparmio.

Quanto si risparmia? Risponde lo stesso Acito: “Trovo un risparmio sulla bolletta del gas di circa il 30%”.

La combustione di legna: 4 milioni di morti ogni anno. Nonostante la sempre maggiore richiesta di stufe a pellet, secondo un report dell’IEA, il 38% della popolazione mondiale sfrutta ancora i metodi di combustione tradizionale ed è la combustione di legna per il riscaldamento domestico il fattore più inquinante e dannoso per la salute per il quale annualmente muoiono 4 milioni di persone nel mondo.

Una cifra allarmante che colloca il problema riscaldamento al di sopra dell’inquinamento atmosferico o della potabilità dell’acqua, secondo il prof. Kirk Smith (Università della California).

Le stufe a legna, in Paesi dove quelle al pellet non vengono ancora impiegate, fanno ammalare ed uccidono alla stregua del vivere in città come New Delhi o Pechino o come se si fumassero simultaneamente 400 sigarette. Si aggiunga il problema delladeforestazione ed erosione del suolo provocati dall’utilizzo delle stufe a legna, oggi più che mai nemiche del nostro pianeta.

Le stesse ceneri prodotte dalla stufa a pellet vengono smaltite nel modo più intelligente ed ecologico che esiste: come fertilizzante per piante e fiori, senza doverle eliminare nei rifiuti.

Il pellet più ecosostenibile del gas naturale. Le stufe a pellet producono una combustione che rispetta l’ambiente più di qualsiasi combustibile fossile, compresi quelli gassosi. Il pellet è più ecosostenibile del gas naturaleo del GPL perché meno tossico per la salute.
I composti più temuti, durante la combustione domestica del legno tradizionale, sono gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), tra cui il Benzo(a)pirene, il peggiore.

La combustione prodotta dalle stufe a pellet presenta un fattore di emissione diparticolato (PM) più basso, quasi privo di composti carboniosi organici con un’emissione di Benzo(a)pirene 300 volte inferiore con conseguente effetto di tossicità sulla salute trascurabile e non significativa rispetto alla combustione classica del legno.
L’emissione di polveri risulta inferiore di oltre il 90% rispetto alla combustione tradizionale.

La notizia più sorprendente proviene da recenti studi che hanno dimostrato questo: l’effetto ‘climalterante’ del gas naturale risulta superiore a quello del gasolio e del carbone, specie quando viene sfruttato per il riscaldamento domestico e commerciale.